12.11.05

Iceberg

Staccata di frattura netta
per opera di un tempo che non conosco
lenta alla deriva, ghiacciata
vado, lentamente
molto lentamente.
Lontane le sponde
estranee con i loro alberi, i loro mesi
e le forme delle case e delle strade
i cartelli e le persone che li leggono
Non li conosco più, non li riconosco più.
Nessun dolore
se non quello dell'estraneità
che è il più grande, il più forte
il più insostenibile.
Cancella cittadinanza
dell'io con sé, in sé.
Non c'è più,
più nulla, neanche il dolore.
Non è neanche un naufragio
non è spettacolo
non dà spettacolo.
È un fenomeno naturale
l'iceberg che viaggia
lì ovunque si trovi
freddo, gelido, se ne va
a morire
per consunzione meteorologica
lentamente, molto lentamente
erodendosi contro il calore
della vita.

* * *

Dove sei tu, che t'ho amato
eternamente,
senza un tempo, sei qui.
Tu vivi nel tempo
e lo hai voluto indietro
come se io te l'avessi rubato.
Tu hai messo un tempo
all'amore, al mio amore,
che non ne aveva.
Scientificamente hai preso data
annotandola nel tuo libro di bordo
Scientificamente ne hai contato
le stagioni, che gli davi tu
secondo le istruzioni del libro di bordo
che non sbaglia perché è scritto
irrefutabile,
mentre il mio amore non è scritto
e ci andava tutto storto nelle tue righe.
Io che correvo contro il tempo,
non ti piaceva questa frenesia
avresti dovuto scrivere troppo presto
le tue pagine,
mentre quelle hanno un numero sopra
non si può saltare, né tornare indietro.
Il mio amore non ti capisce.
Il mio amore senza leggi
e con tutti gli umori
guarda i tuoi registri e aspetta.