1.6.07

PD o non PD: non è questo il problema

Prendiamola con filosofia. E sarebbe davvero bello, parlo della filosofia, ovviamente.
Sono riusciti a toglierci tutto, intendo la speranza. Fanno bene a fondersi e cambiare nome, per l'ennesima ed inutile volta. IL partito non c'è più, e da un bel pezzo, dalla Bolognina, forse. Non ci sono gli uomini e neanche le donne. Questa è la constatazione più amara. Ci avevo sperato proprio nelle donne, mi piacevano i primi timidi passi della Finocchiaro, che pareva tosta e competente. Se la sono bevuta, ammaestrata e irregimentata. La Turco non è mai stata un granché, di lei mi terrò solo una frase che sparò, credo per sbaglio o forse perché la sera prima doveva avere sfogliato Pasolini: "alcuni tabù vanno mantenuti". Di tutte apprezzo solo la Bindi, non perché la condivida a 360°, ma perché ha una sua dignità e coerenza. Le new entries manco le cito.
Non riesco più neanche a incazzarmi, mi sento svuotata.
Ha vinto dunque la corsa al centro, il teorema democristiano del potere e del suo mantenimento. Ha vinto la guerra all'ideologia, unica fonte di idee e creatività. Per il significato di ideologia rimando al dizionario, tanto per capirsi e non giocare con le parole.
Creatività è diventata improvvisazione, idea fugace che brilla e dura come una stella cadente, qualche secondo, manco una legislatura.

Bisognerebbe in effetti cominciare con la Rifondazione del dizionario. Per voler dire ciò che si vuole dire. Per tagliare le gambe al pensiero corto, oltre che a quello debole.
Il pensiero corto delle uscite intempestive della Turco o di Fioroni, le solite pezze dell'ultim'ora, nessun progetto, nessuna visione d'insieme, nessuna visione tout court.

Mi ritrovo a confermare ciò che pensavo alla vigilia delle elezioni dell'anno scorso: meglio che governi la destra. Meglio perché essa persegue con chiarezza il suo disegno, e almeno non ci sono confusioni lessicali né di obiettivi. Meglio, perché possiamo non infangare del tutto la speranza che esista un pensiero di sinistra, che è diverso; e poi accettiamo che non sia maggioritario. Ma lasciamolo integro, pulito, nel suo angolo.
Sto rileggendo, contro l'apatia civile che mi assale, le lettere luterane. E capisco come e perché sia morto Pasolini. Lamentava la fine della fede, perché la fede esige rigore morale, costanza, benevolenza, dedizione, obiettivo lungo.
Questo capitalismo non può convivere con la fede, ma invece ha bisogno del partito della fede e quindi di un nemico. Ecco i teocon, ecco questi papi, ecco il nemico (l'immigrato, il musulmano, il gay ...), ecco che prima bisogna difendersi, prima ancora di pensare, di sperare, di costruire altro.
Bisogna fare i partiti, democratici, cristiani, liberali, socialisti, tutti LAICI, ma bisogna dismettere i valori perché sono rigidi ed ingombranti, e qui ci vuole flessibilità. La predicata tolleranza che ci spargono come sabbia sulle teste, a noi europei che accogliamo, che sopportiamo, che integriamo, altro non è che una forma di mercato su cui esercitare la dovuta flessibilità, gioco forza.

Le parole d'ordine: laico, riformista. Riformista è quella che mi fa ridere di più.
Vogliono tutti riformare lo Stato, guardandosi bene dal farlo seguendo un progetto organico, perché per farlo servirebbero competenze vere e tanto lavoro interdisciplinare, e prim'ancora bisognerebbe avere delle idee. Ma delle idee coerenti (qualunque esse siano) diventano un'ideologia, un sistema, e quella e questo non sono più ammessi. Dunque si rappezzano angolini di codice civile, pezzi del penale e brandelli di procedure, e tutto continua a cozzare contro direttive amministrative, comunali, provinciali e regionali, tutti cani sciolti, milioni di cellule senza connessione neuronale, senza logica insomma.

Si accaniscono sui disegni di legge nel Parlamento, e aggiungono, postergano, cassano e riprendono leggi esistenti, cosicché siamo il paese col più copioso numero di leggi, tutte di fatto inapplicabili ed inapplicate, con i TAR che si abbuffano e sbuffano, rimandano al mittente e via daccapo. Niente paura, non cambia sostanzialmente nulla, ma hanno fatto tanta ammuina.

Non voglio più sentire nulla, di leggi, riforme, partiti, finanze e finanziarie, debito pubblico e privato, tesoretti, pensioni, pensioni, pensioni, basta.
Riaprirò le orecchie solo quando si parerà qualcuno che mi presenti un piano a breve, a medio e a lungo termine. A breve mettano le pezze, a medio mettano mano agli investimenti, a lungo armonizzino i codici, creandone uno per la pubblica amministrazione (il più importante e fondamentale di tutti), creino i legami neuronali tra i pezzi del sistema, limitino l'autonomia - da quella regionale a quella scolastica - alla pura gestione, tolgano l'immunità parlamentare, creino delle autorità di vigilanza con potere esecutivo, rimettano il proporzionale con sbarramento al 5% e obbligo di programma di coalizione vincolante, ecc.

Far funzionare lo Stato è di sinistra, e la si smetta di dire che ci sono cose che "non sono né di destra né di sinistra", finto benpensantismo, finta democraticità volta solo ad ammassare i cervelli; abbiamo bisogno di essere diversi per poter essere innovativi e creativi e questa diversità va promossa tenacemente. Non è lo scontro di idee che deve fare paura, ma la vacuità spinta del non pensiero.

Detto ciò, è evidente che chi ci governa attualmente non è di sinistra, e al di là degli opportunismi sempre presenti, non sono per nulla scioccata che Follini si metta con il futuro PD. È certamente preferibile, l'uomo, a qualsiasi Mastella vagante. È così poco interessante questo discorso.
L'apatia (mia) attuale viene dal fatto che non sono affatto certa che i sedicenti dissidenti dei DS e la sedicente attuale sinistra detta radicale (ohibò) siano in grado di pensare, prima ancora che di fare, cose di sinistra, che sono quelle che ho detto sopra: far funzionare lo Stato.
Non sono certa che sceglieranno di starsene all'opposizione, facendone una costruttiva, ossia scrivendosi il famoso piano a breve, medio e lungo termine e portandolo in Parlamento anche se sui banchi di minoranza.
Con questo capitalismo non si può scendere a patti, perché sono patti col diavolo che costano l'anima. E il governo bisogna conquistarselo, dal basso, servissero altri 15 anni.
Di cosa si ha paura? Dei Berlusconi, Murdock e gioiosa compagnia? Ma perché, vi risultano scomparsi, emarginati, contenuti da che ci sono Prodi, Zapatero o Blair al governo?
Con un po' di senso della storia, del presente, vediamo che la sinistra nel mondo occidentale ha perso piede, perché è scesa a patti, e il diavolo le ha bevuto l'anima.
Ricominciamo dall'anima, quindi, e seminiamo, che il seme buono, se lo è davvero, germoglia.