31.1.06

Omelia per Sanguineti (un contraltare)

in principio era il calcolo:
fu un meditato investimento di affetti, il nostro,
in alcuni pacchetti di dolci azioni irredimibili, venticinquennali,
al tasso medio di una procreazione ogni tot anni, infatti (e poi
trattabile, e indicizzabile, a parte):
il complesso delle condizioni, l'autentico
tenore delle sottoscritte clausole contrattuali, me lo ricordo molto vagamente,
nebuloso come un sogno nebuloso: (ma il risultato è qui, comunque, sotto
i nostri occhi gonfi, compromessi dalla presbiopia):
sei il mio bene di rifugio,
tu (ma il costo della vita, a me, mi cresce ogni giorno): non sono in crisi,
lingotto mio, propriamente: (e il capitale personale è salvo): mi sei più oro
dell'oro, come si dice in poesia:
(ma la svalutazione che ho patito è enorme):


Edoardo Sanguineti "Mikrokosmos"

* * *

l'oro tenero che stava sulle nostre pareti
e faceva un po' smargiasso, equivocandosi persino
in diamanti
(ma lo faceva, figlio del tempo suo, per competere con quei tetraedri
di luce che entravano rocambolescamente dalla nostra finestra
ogni mattina, insolenti come non mai, che ci toccava nasconderci sotto
alle pezze - come dicevi tu - le pezze)
che tutti hanno preso per tali, tutti, salvo te,
io insieme a tutti ci accecavamo, salvo te
che avevi un progetto per fondere l'oro e rimetterlo sul mercato
- sempre il mercato di questo tempo, ma il tuo è di quelli come
Porta Portese, riciclato, senza neanche ripatinarlo -
perché indubbiamente faceva smargiasso, per te.
I compromessi con la presbiopia non saranno più "nostri",
solo miei, o solo tuoi - io che mi volevo sperimentare
nell'incurvarsi insieme e nella gara all'acciacco più bello,
quello che reclamasse più attenzioni - salvo scambiarseli per
com-patirli,
ho solo qualche tetraedro in tasca, rubato di straforo, che si sta
spegnendo, e sui muri tanto intonaco. Bianco.


(ci vado di contralto, Sanguineti, lasciami fare)