30.4.05

W. Bion: So here I am ...

"So here I am,...............
Trying to learn to use words, and every attempt
Is a wholly new start, and a different kind of failure
Because one has only learnt to get the better of words
For the thing one no longer has to say, or the way in
which
One is no longer disposed to say it. And so each venture
Is a new beginning, a raid on the inarticulate
With shabby equipment always deteriorating
In the general mess of imprecision of feeling,
Undisciplined squads of emotion. And what there is to
conquer
By strength and submission, has already been discovered
Once or twice, or several times, by men whom one cannot
hope
To emulate - but there is no competition -
There is only the fight to recover what has been lost
And found and lost again and again: and now, under
conditions

That seem unpropitious. But perhaps neither gain nor loss.
For us, there is only the trying. The rest is not our business.
Home is where one starts from. As we grow older
The world becomes stranger, the pattern more
complicated
Of dead and living. Not the intense moment
Isolated, with no before and after,
But a lifetime burning in every moment

And not the lifetime of one man only
But of old stones that cannot be deciphered.
There is a time for the evening under starlight,
A time for the evening under lamplight
(The evening with the photograph album).

Love is most nearly itself
When here and now cease to matter,
Old men ought to be explorers
Here and there does not matter
We must be still and still moving
Into another intensity
For a further union, a deeper communion
Through the dark cold and the empty desolation,
The wave cry, the wind cry, the vast waters
Of the petrel and the porpoise. In my end is my
beginning".


Dedicata da: Fabrizio
[quante grazie? ...]

10.4.05

Passeggiata - Hip Hop Blues

"[non avere fretta]
Piove, oh piove, sì piove ...
goccia, goccia, goccia
tin, tin, tin, tin, tin, tin, tin ,tin
tin tin, tin tin, tin tin, ton ton ton ton, ton ton ton ton,
tin tin, tin tin, tin tin, ton ton ton ton, ton ton ton ton,
sento ridere ...
[ça y est ! souris ...]
il passo saltellante, ondeggiante
altalenante,
oh oh oh oh
tin tin tin
il lampione si annoda
la vetrina s'implode
il marciapiede s'accartoccia
goccia, goccia
la boccia s'appiattisce
sbiadisce il cielo
oh oh oh oh oh
salta su, salta qua, salta a destra
ma va là
là, là, là
[aspetta ... tira fuori il cappello!] tin tin, tin tin, tin tin, ton ton ton ton, ton ton ton ton,
là, a sinistra la svista, non vista
fa finta di niente, mente
spudoratamente
balla, balla, balla,
che balla? falla, la falla
e la spalla? amica, che fatica
musica ica ica ica ica ica ica
dica:
trentatré, oh mbé, tre tre
io e te, mbé, mbé, che c'è?
falla, balla, falla
finita, partita, sfinita
balla, bella, bella
la piazza si spiazza
svuotata, che senso
ha?
[attends ...] tin tin, tin tin, tin tin, ton ton ton ton, ton ton ton ton,
gelato, sudato, colato, mmmm
goccia, goccia, goccia
pioggia
gelato
sbafato, sulle scarpe
panchine vicine snodate
si danno la mano, allungate
la piazza piccola si svincola
stretti stretti stretti
tin tin tin tin tin tin
stagione felice, mi dice
si dice, che dice, lo dice
ah, ah, ah, ah, ah
saltella ella quella bella
col gelato andato colato
e il sorriso sbocciato lungo
le panchine allungate, le vetrine implose
i lampioni annodati, i marciapiedi risuolati
salta balla falla
finita, la vita vuole ballare
saltare sognare cantare
e il gelato lascialo andare
dove gli pare
tin tin tin tin tin tin tin tin tin ..."

Immagini sulla base di Duck Season - Betnuts DJBabu

2.4.05

Mon amour

Un traduttore è un ricopiatore d'immagini, un ladro di emozioni, uno stupratore di parole.
È perdonabile solo se furteggia per amore, con amore, per dolore, con dolore.
I libri ci saltano in mano o ci vengono bisbigliati come una brezzolina: ci vuole la mano lesta, l'udito scaltro.
Yves Charnet si è presentato con la vocina affettata di un giovanotto, in uno scantinato impossibile da sonorizzare, attraverso l'ultima pagina di questo libro dichiaratamente autobiografico che è "Mon amour".
L'ho letto al contrario, ed è così che ne riporto gli ultimi tre capitoli.


"Tra poco avrò quarant'anni. Sono un cattivo marito. Un poeta minore. Appena, per i figli, un padre. Il genere di persona che si dovrebbe mettere in quarantena. I miei difetti continueranno a fare i letti in cui andrò a dormire[i]. Non (ci) si cambia. Vorrei rivivere con te. Oggi. Stiamo per ritrovarci, ora. Amore mio.
Le parole semplici non sono semplici da pronunciare.
Il presente della presenza sei tu. È raro. Difficile. Andare in questa direzione, nonostante tutto.
Non sono dotato. Tu mi aiuterai. Anche se nessuno merita di essere aiutato. Né degno di fede. Neanch'io.
Ti scrivo perché, dopo questo libro, chiamarti amore mio è ridiventato possibile.
Dalla finestra del lucernario i temporali hanno messo un fazzoletto sul nostro orizzonte corresiano. Non si vede arrivare la fine dell'estate.
Non ho il coraggio di chiudere le valigie. Il mio treno per Toulouse parte tra poco. Non so quando leggerai tutto questo.
Ti scrivo nel mio libro. Di nascosto. Come sempre. In segreto. Piango, ma scrivo lo stesso. È la mia preghiera per non perderti.
Solo l'amore è degno di fede. Amore mio."

* * *

"Non si può divorziare. Questa frase mi è venuta così, guardando Marie-Pierre arrivare alla terrazza del Buffet de la Gare dove, di ritorno dalla corrida, l'aspettavo.
Era l'estate scorsa, a Montpellier. Questa frase mi aveva attraversato il cervello come una saetta.
Le parole ne sanno più di noi. Questa stessa frase mi torna in mente stasera. Cerco di riassumere. Il mio libro, la mia vita.
Persi nelle parole si comincia a dire la verità. Alcune formule sfuggono. Accecante evidenza. Prendo nota di queste cose alla Combotte. Le stelle stridono come i grilli. Sono fuori. Il quaderno poggiato su un tavolo di plastica bianca. La lampadina sopra alla grande porta macchia la pagina con una luce giallastra. Le falene non hanno paura della mia mano. Fuori ed io siamo ormai un'unica cosa. Oscura connivenza.
Non ci sono da un lato i volti e dall'altro il paesaggio. La casa di famiglia tiene insieme le persone e l'orizzonte. Ci pensavo guardando Marie-Pierre leggere stamattina, seduta sul muricciolo col suo abito verde che sta così bene sulle sue gambe. Sua sorella le stava accanto. Una somiglianza riuniva i loro profili.
I bambini inventavano storie con delle vecchie biciclette. Le nonne ripetevano gli indaffaramenti stanchi di ogni fine estate. Il gatto dormiva alla frontiera dell'ombra e del blu. C'era una tenerezza da far piangere nel verde di ogni filo d'erba. Un po' di muschio si arrostiva tra le pietre del muricciolo.
Divorzieremo in un'altra vita, in un altro luogo. Non c'è fretta. Vorrei trascorrere ancora del tempo nel nostro tempo. Lasciare il mio desiderio toccare ancora con gli occhi quella pelle morbida che esce dal vestito verde seduto sul muricciolo. Marie-Pierre ha poggiato il suo libro tra le sue cosce nude. La mia donna non si accorge che la sto osservando.
L'infimo è una figura dell'infinito. C'è del minuscolo nell'aria. Un'aria di nulla che fa la differenza. Un'aria di te che è la mia preferenza. Questa mattina. Questa sera. Nella mia vita tutta sottosopra.
La mia vita che si è rotta la testa sulla nostra coppia.
Non si divorzia con tutto in un amore. Rimane del verde, del blu, della pelle morbida. Del desiderio a cielo aperto. Questa sera. Questa mattina. Brevi intensità.
Il mondo ritrova una forza fantastica. Come nell'infanzia.
Il suo splendore fa rifiorire il mio sguardo. Strane tregue e dolce guerra. Ho vissuto con te vent'anni senza diventare adulto. Al nostro amore rimane solo la pelle sulle parole."

* * *

"Già fine agosto. Nella sala da gioco le carte giocano la loro partita. Punteggiate da alcune intonazioni. Commenti appassionati. Tre generazioni attraversano i cuori. Gli altri, sono solo voci. Dei volti di cui non si scoprirà mai l'enigma. Tra poco saranno vent'anni che vengo, d'estate, in questa casa di famiglia. È (e non è) la mia. La Combotte. Tra poco saranno vent'anni che ti amo. Anche se non so ancora cosa voglia dire. Né come si fa. Ad amare per vent'anni una donna. Non abbiamo più vent'anni, amore mio. La nostra giovinezza perduta non mi rattrista. Non esiterei a sparare una colpo tra i loro due occhi, se i miei vent'anni mi venissero di nuovo di fronte. Alla fine di questa cavalcata col cuore in tumulto, poso tutto. Tengo solo tre: una donna e due bambini. Non porto più il fantasma di mio padre sulle spalle. Agathe e Augustin muovono i loro primi passi nel tempo nuovo. Di fronte a loro quali draghi? Quali chimere? Il fallimento non l'ha avuta vinta su tutta la linea. Ho resistito come ho potuto. Senza di te sarei morto. Più volte. In questo libro ho voluto ucciderti. Distruggermi attraverso di te. Farla finita con l'amore. E la fede giurata. Tutto il tremito. Tre anni. Per scrivere una lettera a mia moglie. Una lettera d'amore. Per parlarti del gusto della nostra coppia. Dei suoi colori. Del suo rumore. Vent'anni dopo il nostro primo incontro. Qui. In questa casa di famiglia. Il disgusto ci si è accomodato. La mia melanconia non ci va con mano leggera. Il mio cuore calza grossi zoccoli.
Sono tutti a letto. Tra poco mezzanotte. L'ora della scrittura. Il suo appuntamento notturno. La sua mania del segreto.
Diderot, dopo la sua giornata da enciclopedico, scriveva a Sophie Volland: "Ovunque non ci sarà nulla leggete che vi amo." Non c'è granché in questo libro. Spero che avrai la carità di leggere bene tra le righe.
L'una del mattino. Ho bevuto. Abbastanza per avere diritto di scrivere un po' quello che penso. Sempre meno. Ho scritto questo libro perché la nostra storia finisca di somigliare a quelle cose che non somigliano a nulla. La nostra esistenza ha gli occhi che bruciano. Ho scritto per risvegliarci dall'amore menzognero. Senza questa energia tra le righe, questo movimento delle mie parole trascinate, non avrei ritrovato l'uscita. Un libro è un atto. Una traversata. Non conosco altri modi per smuovere le cose. Per condividere la mia rabbia. Con te? Mi piacerebbe così tanto che tu ne pensassi bene. Tu che rileggi, d'estate, i filosofi. Dimentico spesso che vivo con una donna più intelligente di me. La mia anima ha la pelle d'oca. Vorrei ricominciare da zero."

[i] Ho riportato fedelmente l'espressione francese perché di facile intuizione.
Yves Charnet, "Mon amour", edizioni La Table Ronde, traduzione mia.