11.4.11

Il climax dell'ornitorinco e la micosi dello zoccolo del cavallo cingalese

A tarda ora, nelle riunioni della contessa Tale, del costruttore Pinco o del giornalettista Pallino, si concorda la scaletta, come alla prova generale della sera prima della prima; si confezionano frasi con parole semplici, comprensibili, e quindi necessariamente un po’ volgari e colorite, smargiasse e molto interpretabili (per futura smentita), poi si fanno i fogliettini come quando si preparavano le copiature dei compiti in classe, e si distribuiscono ai colonnelli accreditati all’inoltro a mezzo video-stampa. Il gioco è fatto! L’indomani tutte le teste di cuoio diranno a microfoni e pennivendoli le quattro frasette standard, beninteso qualsiasi sia la domanda.

Ovvero: la domanda non conta, è solo un trampolino, è la risposta che contiene il messaggio. Esempio:

“Onorevole Ciuccetti, il traliccio installato dalla giunta di Sfiganazza Porto sta crollando perché il cemento non era vero cemento e … bla bla, come commenta?”

- “Siamo impegnati nelle ricerche ma le posso dire che i cani randagi dei quartieri limitrofi sono in perfetta salute e che il governo ha già varato un decreto per ridurre le imposte sui natanti e le licenze delle tintorie …”

“Onorevole Svaccatezza, il cemento venduto dalla Solette&Solone, non è a norma e nel consiglio di amministrazione della società ci sono due membri del suo partito, e c’è il sospetto …”

- “Questo modo di fare giornalismo è violento e ideologico, irresponsabile direi, in ogni caso non mi sottraggo alla sua domanda ed è bene che lei sappia che i randagi dei quartieri in questione sono in perfetta salute e noi che siamo una forza responsabile e siamo vicini ai veri problemi della gente, abbiamo già votato un decreto per ridurre le imposte sulle fatture dei radiotaxi e pure sui natanti …”

“Onorevole Sbadiglio, lei che è all’opposizione, ci può commentare i recenti fatti di collusione nella giunta di Sfiganazza Porto …?”

- “È una vergogna, bisogna mandare a casa la giunta e il governo, sono sdegnato e alla riunione di partito abbiamo deciso di creare un blog del dissenso, …

“Sì, ma voi concretamente cosa farete?”

- “Questo modo di fare giornalismo è violento e ideologico, irresponsabile direi, in ogni caso non mi sottraggo alla sua domanda ed è bene che lei sappia che noi da anni ci sdegniamo e diamo voce al popolo che si sdegna …”

I pennivendoli tornano lesti in redazione e consegnano queste risposte dense di significato, di proposte e di concretezza ai loro opinionisti editorialisti che si scannano per partorire un concetto.

Per i titoli è stata appositamente creata, al servizio della par condicio, la “Titoli per tutti”, una SpA multi s-pin-up, che ha un catalogo limitato ma apparentemente efficacissimo: È rottura, Via Libera, No al dialogo, Basta, Tregua, No a xxx, Addio a yyy.

La “Titoli per tutti” SpA ha anche un book per prime pagine di sicuro impatto e moltiplicare le vendite: in alto a destra pillole per il sesso, in alto a sinistra prodotti dimagranti miracolosi, al centro a tutta pagina culi e tette di escort o viados, secondo il senso dell’articolo e la linea editoriale del giornale, in basso lotterie e grattatine varie. L’azienda è solidissima ed ha creato rapidamente una s-pin-up per rendere i medesimi servigi in televisione, la Spublitalia SpA.

A notte fonda gli editorialisti sono infine riusciti a partorire uno sconcetto, che è la massima prova della loro virtù pennifera, perché notoriamente i concetti sono cose difficili e tecniche, che la gente non capisce, e quindi bisogna sconcettare e sconcettualizzare, ovviamente con un po’ di sconcezze che viene sempre meglio e soprattutto di immediata comprensione, perché è così che si dialoga con il popolo.

Nella giunta di Sfiganazza Porto, l’assessore Caparrone ha tentato di sconcettare pure lui, però lo hanno defenestrato per palese conflitto di interessi: sua moglie Concetta non ci sta, tuttavia la giunta è so(li)dale e lo ha riammesso almeno per le votazioni dell’ultimo consiglio che reca all’ordine del giorno due punti fondamentali per l’ecosistema locale: il climax dell’ornitorinco e la micosi del cavallo cingalese.

Da due giorni televisioni, giornali e network in rete hanno insediato inviati speciali, troupe, furgoni dotati di antenna satellitare e ogni ben di dio tecnologico per seguire l’evento di portata globale.

Ci saremo anche noi e ve ne daremo conto.

Un popolo di accattoni

Saranno le prove tecniche prima dell’uso? Sarà la cura in dosi omeopatiche? ... alla miseria. Chissà. Intanto vedo che gli Italiani sono diventati un popolo di accattoni ambiziosi, orgogliosi di esserlo, plaudenti per la nuova scorciatoia escogitata. Non c’è più neanche bisogno di provarci ad essere e fare qualcosa, basta chiedere a Lui: soldi, case, cene, mutui o affitti, quel che serve, e attendere che passi nelle proprie contrade bene-dicente, in cambio chiede solo una crocetta sulla scheda, roba buona anche per gli analfabeti (la cui percentuale permane preoccupante).

Dammi 100, 1000, 10.000, 1.000.000 di euro, che ti costa?

Ecco come ha fatto a spendere 25 milioni di euro in contanti: in elemosine.

E gli accattoni sono tutti là, ammassati, le braccia alzate, spintonando, a me, a me, nooooo, a me che ne ho più bisogno.

Scene viste nel Medioevo, quando il Signore di tanto in tanto si concedeva una passeggiata nel feudo e dal cavallo lanciava monete e promesse. E gli accattoni arraffavano, facevano guerra tra loro per arraffare, e non la facevano a lui.